PostHeaderIcon dal 18 al 21 Aprile - LE NUVOLE - h 21,00


di Aristofane
VII RASSEGNA DEL DRAMMA ANTICO

Regia di Lugi Guaineri

Aristofane
“ Evviva! O inganno sovrano di ogni cosa!” esclama Strepsiade,
il pur timorato degli dei contadino ateniese, protagonista
delle Nuvole di Aristofane (423 a.C.), quando ha la conferma che
al  figlio  Fidippide  è riuscito quello che per lui non è stato possibile,
per difetto d’ingegno piuttosto che per eccesso di moralità:
imparare il “Dicorso Ingiusto” alla scuola di Socrate, il cosiddetto “pensatoio”,
al fine di avvalersi di questa sapienza dialettica per tacitare i creditori
che non gli danno tregua, vista  la smodata e  costosa passione per i cavalli
che ha il giovane, così diverso dal padre morigerato e risparmiatore,
e purtroppo così simile all’ aristocratica madre.
Il Socrate bersaglio della corrosiva comicità di Aristofane è ben diverso
da quello di Platone o di Senofonte, che del filosofo furono ammiratori e discepoli:
su una cesta  a mezz’aria  tra cielo e terra indaga i  misteri della natura
(ad esempio, la misura … del salto della pulce) e  insegna a rinnegare le false divinità
(“Quale Zeus? Non dire sciocchezze! Nemmeno esiste Zeus” v. 367 )
in nome di quelle onorate nella sua scuola: “il Caos, le Nuvole” -
che  con bella invenzione fantastica costituiscono il coro della commedia e le danno il titolo – “ e la Lingua” (v.424).  E sono proprio le “tecniche nuove” della parola e del ragionamento capzioso che Fidippide  apprende  dal “ Discorso Ingiusto”, che in uno  scontro dialettico ha costretto alla resa  il “Discorso Giusto”, difensore della giustizia e dei modelli educativi del passato.  “Ti riporterai a casa un abile sofista!”: così viene assicurato a Strepsiade che a tale maestro ha affidato  il figlio con ammirata  fiducia, destinata tuttavia  a svanire di lì a poco, quando Fidippide, forte delle sue nuove capacità argomentative, alzerà le mani su di lui e si preparerà addirittura a farlo sulla madre.  A questo punto Strepsiade, deciso a vendicarsi, correrà a incendiare il tempio della moderna paideia, la scuola di Socrate.  E con le fiamme che si alzano dal “pensatoio” si chiude la commedia.


a cura di 
Antonella Alvino